DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento)

I DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) sono disturbi dell’abilità di lettura, scrittura e calcolo presenti in bambini normalmente scolarizzati, in assenza di patologie neuromotorie, cognitive, psicopatologiche o sensoriali.
I DSA si distinguono:
- Dislessia: disturbo della lettura che si esprime a livello base della decodifica del testo (apprendimento della “tecnica” di lettura: trasformazione dei segni grafici nei suoni che compongono le parole)
- Disortografia: disturbo della scrittura che si esprime a livello della compitazione del testo (codifica fono-grafica e ortografia)
- Discalculia: disturbo delle abilità relative al mondo dei numeri e del calcolo
- Disgrafia: disturbo della scrittura che si esprime a livello della grafia (aspetti grafo-motori)
DISLESSIA
Una persona dislessica presenta difficoltà a leggere, dovute non a una mancanza di intelligenza ma a un differente funzionamento di aree specifiche del cervello inerenti alla sfera del linguaggio.
Si tratta del DSA più conosciuto e più diffuso, la dislessia è un fenomeno rilevante oggi e riguarda un alto numero di bambini.
Quando fare diagnosi?
La diagnosi deve avvenire entro il 6°- 7° anno di vita, periodo in cui il sistema visivo è ancora plastico e quindi modificabile. La prevenzione, opportunamente collocata nella fascia dai 3 ai 4 anni di vita del bambino, è importante perché ripristina il corretto sviluppo della funzione visiva.
Discalculia: significativa riduzione delle capacità di calcolo rispetto alla scolarizzazione e all’età mentale. Difficoltà nel risolvere problemi matematici, mancato riconoscimento dei simboli numerici, difficoltà nel comprendere i concetti base delle quattro operazioni e i segni aritmetici, memorizzazione delle tabelline, esecuzione delle procedure di calcolo ecc.).
Disortografia: disturbo nella velocità e nell’accuratezza della scrittura che si manifesta con frequenti errori ortografici. difficoltà nel trascrivere in simboli grafici i suoni che compongono le parole ascoltate oralmente.
La disortografia si manifesta quando il bambino comincia ad apprendere la scrittura, quindi tra il primo e secondo anno della scuola primaria (tra i 7 e gli 8 anni).
Quando un bambino scrive in modo scorretto è bene verificare se commette errori ricorrenti che possano far pensare a una disortografia, in modo da poter nel caso richiedere una diagnosi clinica che accerti l’eventuale DSA.
Disgrafia: difficoltà nella riproduzione sia dei segni alfabetici che di quelli numerici. Il tratto ortografico risulta spesso illeggibile anche dagli autori stessi. la disgrafia è un disturbo non verbale, che riguarda la scrittura, si manifesta con difficoltà nel tracciare segni grafici e una grafia faticosa e disordinata. A creare problemi nella scrittura può essere anche una difficoltà nella coordinazione dei movimenti (disprassia).
Errori nella lettura
Gli errori che si riscontrano in questi bambini sono simili a quelli che possono presentarsi in ogni bambino che comincia a leggere e scrivere, ma in modo più frequente.
Spesso gli elementi tipici che fanno da sintomo sono:
- Sostituzione di grafemi. Esempio: “banbino” al posto di “bambino”.
- Inversione di grafemi. Esempio: “pisichiatra” al posto di “psichiatra”.
- Errori nelle doppie. Esempio: “pala” al posto di “palla”.
- Fusioni illegali. Esempio: “doro” al posto di “d’oro”.
- Omissione di accenti o di apostrofi. Esempio: “carita” al posto di “carità”.
- Separazioni illegali. Esempio: “in vece” al posto di “invece”.
- Scorretta suddivisione in sillabe. Esempio: “corr-ett-o” al posto di “cor-ret-to”.
- Omissione o aggiunta dell’h.
- Uso scorretto della punteggiatura.
- Difficoltà nell’identificare le diverse parti della frase e del discorso (difficoltà tipica in analisi logica e grammaticale).
Quando fare diagnosi?
La diagnosi deve avvenire entro il 6°- 7° anno di vita, periodo in cui il sistema visivo è ancora plastico e quindi modificabile. La prevenzione, opportunamente collocata nella fascia dai 3 ai 4 anni di vita del bambino, è importante perché ripristina il corretto sviluppo della funzione visiva.
Movimenti oculari nella lettura normale
Movimenti saccadici: rappresentano rapidissime rotazioni del bulbo oculare, per allineare la fovea agli oggetti di interesse.
Fissazione: è una pausa tra una saccade e l’altra, che permette al soggetto l’analisi visiva della parola.
Movimenti di inseguimento lento: permettono di muovere gli occhi in modo da stabilire sulla fovea l’immagine di un oggetto che si muove lentamente nello spazio.
Regressioni e rientri a capo: movimenti di ritorno indietro nel testo, per riesaminare precedenti parole.
Sintomi oculari
Durante la lettura e le altre attività da vicino
- il capo è molto inclinato lateralmente
- si copre o si sfrega un occhio
- leggendo deve usare un righello per non perdere il segno
- rilegge le stesse parole o salta da una riga all’altra senza accorgersene
- quando legge dichiara di vedere le parole muoversi o annebbiate o doppie
- tiene il libro molto vicino
- invece di muovere solo gli occhi durante la lettura, muove la testa in avanti e all’indietro
- perde il segno quando muove lo sguardo dal banco alla lavagna, o quando copia dal libro sul proprio quaderno
- scrive un numero partendo dal basso
- gli occhi lacrimano molto
- batte le palpebre frequentemente
- sente bruciore o prurito agli occhi
- lamenta mal di testa
- l’attenzione diminuisce e subentra la sonnolenza
Riabilitazione ortottica
La riabilitazione ortottica ovvero la terapia riabilitativa consiste in una serie di esercizi da poter eseguire per trattare anomalie della visione binoculare, come ambliopia (o occhio pigro), strabismo manifesto e latente, o per rinforzare abilità visive e visuo-spaziali nei DSA e/o disprassia.
L’obiettivo principale è il conseguimento di uno stato di salute e un buon funzionamento degli occhi, che si raggiunge attraverso la rieducazione e il rafforzamento dei muscoli oculari, dei movimenti oculari e delle abilità visive.
Inoltre i difetti refrattivi nei bambini non sempre vengono rilevati e corretti idoneamente, per cui gli alunni presentano difficoltà nelle attività scolastiche.
Nel caso del bambino dislessico, le difficoltà visive si andranno ad aggiungere a tutti i problemi già esistenti a livello scolastico e psicologico concorrendo a creare ulteriore fatica, disagio e disinteresse verso la lettura e la scrittura.
L’ortottista può collaborare a ridurre lo stress visivo del bambino dandogli la possibilità di sfruttare al meglio il proprio canale visivo per poter intraprendere il percorso riabilitativo con buone potenzialità visive.
Esercizi ortottici allenano:
- Le saccadi
- La fissazione e la visione periferica
- La visione binoculare
- La convergenza oculare
- La coordinazione occhio – mano
- La cognizione e l’orientamento spaziale
- La velocità visuo-motoria.