DISPRASSIA

disprassia

Disprassia
La disprassia (dal greco πράσσω (prásso) = “fare”, quindi dis-prassia = “incapacità di fare qualcosa”) è l’incapacità o la ridotta capacità di pianificare ed organizzare delle azioni intenzionali, finalizzate al raggiungimento di uno scopo specifico; un deficit dei movimenti volontari caratterizzato dall’assenza di altri deficit cognitivi e sensoriali evidenti.

Il bambino disprattico

Un bambino disprattico presenta:

  • goffaggine, caratterizzata da movimenti impacciati e maldestri con sequenze temporali e poco efficaci
  • scarsa agilità, caratterizzata dalle cadute frequenti, dalla tendenza ad inciampare, dalla difficoltà nello svolgere delle attività sportive o nell’andare in bicicletta
  • incapacità o ridotta capacità di scrivere, di disegnare o di usare le forbici
  • incapacità o la ridotta capacità di stare fermo e di organizzare dei giochi tranquilli che richiedono delle abilità di motricità fine ed una coordinazione oculo – manuale
  • tendenza a distrarsi continuamente e facile affaticabilità, lentezza di esecuzione
  • l’incapacità o la ridotta capacità di vestirsi e di compiere attività che rientrano nella normale routine quotidiana
  • posture inadeguate, che dipendono da una scarsa propriocezione del proprio corpo e interferiscono sia sul mantenimento dell’equilibrio, che sulla coordinazione di azioni e movimenti
  • difficoltà di orientarsi nello spazio e di trovare il proprio posto in una situazione nuova
  • scarsa consapevolezza del tempo e del pericolo
  • difficoltà di organizzarsi e di eseguire delle attività, che richiedono delle sequenze specifiche

Sintomi e Segni comuni della disprassia

  • Difficoltà di apprendimento
  • Difficoltà di concentrazione
  • Difficoltà di linguaggio
  • Discalculia
  • Disgrafia
  • Disorientamento temporale e spaziale
  • Disortografia
  • Ipomimia
  • Perdita di coordinazione dei movimenti
  • Perdita di equilibrio

 

Pur essendo un deficit solitamente generalizzato (disprassia generalizzata), la disprassia può presentarsi con delle forme diverse e quindi presentarsi con disturbi selettivi che possono investire una sola area o abilità, nascondendo altri aspetti deficitari.

La disprassia dello sguardo è caratterizzata dall’incapacità di fissare l’interlocutore o da una fissazione di durata molto breve; da uno sguardo caotico ed iperfisso; si associa inoltre una mancanza di scioltezza nei movimenti di inseguimento durante la lettura e dunque da una tendenza nel saltare da una riga all’altra, nell’omettere delle parole ed infine da una difficoltà nello spostare lo sguardo dalla lavagna al foglio e viceversa e quindi nel copiare dalla lavagna.

Il deficit dei movimenti dello sguardo anche dovuto al deficit dell’attenzione per l’incapacità di mantenere la fissazione su un oggetto o di condividere lo sguardo con l’interlocutore.

Difficoltà dei bambini disprattici

L’elemento comune che lega i bambini disprattici è l’incapacità di adeguarsi alle richieste dell’ambiente e di compiere azioni ritenute elementari e la consapevolezza dei problemi che affrontano li porta a vivere gli insuccessi personali con un senso di impotenza, rabbia e frustrazione e a non mettersi in comunicazione con il mondo circostante.

La percezione della propria inadeguatezza unita alle frequenti accuse di essere pigro o poco intelligente e la scarsa autostima del bambino disprattico determinano tristezza e alimentano la tendenza ad isolarsi.

Disprassia: percorsi riabilitativi e strumenti compensativi

La Disprassia è una condizione patologica permanente, per la quale non si può prevedere una completa scomparsa della sintomatologia.

Tuttavia possono essere messi in atto degli interventi per migliorare la condizione del soggetto.

L’approccio multidisciplinare è l’unica soluzione possibile per affrontare in maniera efficace questa patologia, con interventi personalizzati a supporto dei piccoli pazienti.

Percorsi Riabilitativi sono volti a supportare la performance motoria del bambino, per aiutarlo a svolgere le attività quotidiane ed ottimizzare la sua qualità di vita.

A tale scopo sono previsti interventi di terapia:

  • neuropsicomotoria
  • logopedica
  • ortottica.

Nella terapia neuropsicomotoria si va ad agire all’interno di un contesto di gioco, partendo dai punti di forza del bambino e sfruttandoli per fornire degli schemi di movimento più funzionali ed ecologici.

In quella logopedica si elaborano e trasmettono strategie per affrontare gli apprendimenti scolastici.

Nella terapia ortottica si potenziano le abilità visive.

In tutte le forme di disprassia è fondamentale una riabilitazione visiva che intervenga sulla fissazione, sulla motilità oculare, sull’attenzione visiva e sulle abilità visuo – spaziali.

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