La ptosi palpebrale è l’abbassamento di una o entrambe le palpebre.

Può essere completa, quando l’occhio è chiuso o incompleta quando risulta conservata e ridotta l’apertura delle palpebre.

Può essere simmetrica o, più frequentemente, asimmetrica, variando il grado di severità.

Ptosi palpebrale: come si presenta

L’aspetto di una palpebra cadente può essere stabile nel tempo, svilupparsi gradualmente nel corso di decenni (ptosi progressiva) o seguire un andamento intermittente.

La ptosi palpebrale può essere visibile poco o coprire completamente pupilla, iride e altre parti dell’occhio.

In alcuni casi, la ptosi può limitare il campo visivo e persino impedire la normale visione.

Quando la condizione interessa un solo occhio, può essere facile evidenziare una differenza confrontando le due palpebre, mentre la ptosi può essere difficile da identificare quando interessa entrambi gli occhi o in presenza di un disturbo minimo.

A volte, l’abbassamento di una palpebra costituisce un problema isolato che cambia l’aspetto di una persona senza comprometterne la visione o la salute.

Altre volte può essere un segnale per un disturbo più grave, che interessa muscoli, nervi, occhi o cervello.

Altri sintomi sono costituiti da:

  • difficoltà nel chiudere o aprire gli occhi,
  • lieve cedimento o grave lassità della pelle sopra o intorno alla palpebra
  • stanchezza
  • dolori intorno agli occhi, soprattutto nel corso della giornata
  • cambiamento dell’aspetto del viso

La ptosi, inoltre, può essere associata a strabismo o a posizione anomala del capo.

Spesso, i bambini affetti da ptosi palpebrale inclinano la testa all’indietro o sollevano le sopracciglia nel tentativo di vedere meglio.

Questo comportamento, nel tempo, può causare mal di testa e a “torcicollo oculare”, che può causare, a sua volta, contratture muscolari al collo.

Quanti tipi esistono?

La ptosi palpebrale può essere presente sin dalla nascita e viene per questo definita congenita, o presentarsi tardivamente ed essere di origine:

  • miogenica,
  • neurogena,
  • aponeurotica,
  • meccanica,
  • pseudoptosi.

Ptosi congenita

Può essere presente già alla nascita a causa di anomalie che coinvolgono il muscolo elevatore della palpebra superiore oppure secondaria a traumi avvenuti durante il parto.

Se la condizione è abbastanza grave, la palpebra cadente può causare altri disturbi, come l’ambliopia (per occlusione).

Per questo motivo, è importante rivolgere una particolare attenzione al trattamento durante la prima infanzia, prima che la ptosi palpebrale possa interferire con lo sviluppo della vista.

La ptosi può anche nascondere un disallineamento degli assi visivi (strabismo), che, a sua volta, può causare ambliopia.

L’ambliopia (conosciuta come occhio pigro) può derivare direttamente dall’oscuramento della visione o indirettamente dallo sviluppo di errori di rifrazione.

Molto spesso i bambini affetti da ptosi palpebrale lieve contraggono il muscolo frontale per contribuire a elevare la palpebra.

Per i bambini che nascono con una ptosi moderata-grave, invece, il trattamento chirurgico precoce riduce il rischio di un danno permanente della vista.

Ptosi miogenica

Può dipendere da un problema muscolare come nel caso della miastenia o della distrofia muscolare, o di un trauma diretto che vada a danneggiare il muscolo;

Ptosi neurogena

Dipende da un difetto dell’innervazione del muscolo che eleva la palpebra e cioè da un danno a carico del III nervo cranico o una sindrome di Horner (danno del sistema ortosimpatico e quindi dell’innervazione del muscolo di Muller implicato nel determinare la posizione della palpebra superiore)

Ptosi aponeurotica

Dipende da un danno dell’aponeurosi.

L’aponeurosi è il tendine del muscolo che eleva la palpebra e si inserisce a ventaglio sul tarso, ovvero lo scheletro fibroso della palpebra.

Quest’ultima forma è quella più frequente, quella generalmente legata all’età.

In questa forma si verifica una vera e propria disinserzione dell’aponeurosi del muscolo elevatore della palpebra superiore.

Ptosi meccanica

Dipende da una lesione della palpebra che ne determina l’abbassamento.

Pseudoptosi

Sono tutte quelle condizioni che simulano un abbassamento palpebrale superiore pur in presenza di una palpebra anatomicamente e funzionalmente integra.

Enoftalmo, cioè un bulbo che tende a rientrare, dermatocalasi, un eccesso di cute della palpebra che scavalca il bordo palpebrale facendolo apparire abbassato, malposizioni del bulbo oculare.

Fattori di rischio e malattie associate

Un’ampia varietà di fattori e malattie può aumentare il rischio di sviluppare ptosi palpebrale:

  • Invecchiamento (ptosi senile o legata all’età);
  • Paralisi o lesione del 3° nervo cranico (nervo oculomotore);
  • Traumi alla testa o alle palpebre;
  • Paralisi di Bell (compressione/danneggiamento del nervo facciale);
  • Predisposizione genetica;
  • Diabete;
  • Sindrome di Horner;
  • Miastenia gravis;
  • Ictus;
  • Trauma alla nascita;
  • Tumore al cervello o altre neoplasie che possono influenzare le reazioni nervose o muscolari;
  • Distrofia muscolare.

Dott.ssa Sara Toma Ortottista a Milano

 

Fonte: dossiersalute.com