L’origine di questa espressione deriva dal difetto della dea Venere, dea dell’amore e della bellezza nella mitologia romana.
Si narra infatti di come Venere, dea della bellezza, avesse tuttavia alcuni difetti; tra questi, proprio un lieve strabismo che le conferiva uno sguardo caratteristico e irresistibile. Anche Botticelli, nella sua
celebre opera “Nascita di Venere” celebra questo dettaglio: se si osserva attentamente lo sguardo della dea protagonista del dipinto si nota come le pupille siano lievemente disallineate.
Lo strabismo, per quanto affascinante, ha cause e sintomi che a volte possono causare fastidi per la vista (cefalea, stanchezza visiva, calo del visus, fotofobia, chiusura di un occhio).
Esistono diverse tipologie di strabismo, alcune anche piuttosto gravi; tuttavia, lo strabismo di Venere non rientra nella terminologia clinica.
Le cause alla base dei problemi legati allo strabismo provengono da una ragione specifica: a livello cerebrale arrivano due immagini diverse provenienti dai due occhi; il cervello tende così a sopprimere l’immagine dell’occhio non fissante, che quindi – se il disturbo non viene corretto per tempo – viene usato sempre meno, sino a ridurre l’acuità visiva, diventando il classico “occhio pigro“, con un processo alla lunga irreversibile.
Per una corretta visione e per mantenere una visione binoculare corretta è bene correggere il difetto il prima possibile, specialmente in tenera età.
Esiste lo strabismo di Venere?
Marzo 11, 2019